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Alluce valgo

Cos'è l'alluce valgo?

L'alluce valgo è una patologia comune del piede, caratterizzata:



  • dalla deviazione mediale (verso l’interno) del primo metatarso;
  • da uno spostamento verso l'esterno dell'alluce associato nei casi gravi a rotazione;
  • dalla deviazione della punta dell'alluce stesso verso le altre dita;
  • dalla formazione di una prominenza ossea, associata ad allargamento dei tessuti molli.
  • alluce valgo

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Come si manifesta?

Questa patologia può provocare dolore anche intenso e una limitata capacità di movimento dell'alluce, e portare a deformazioni più o meno invalidanti. Il dolore solitamente è localizzato in corrispondenza della prominenza mediale e può essere associato ad aumento di volume e rossore. Può essere difficile indossare calzature chiuse e camminare senza plantari o calzature su misura. In caso di alluce valgo severo si può assistere ad un conflitto tra alluce e secondo dito che può essere doloroso. A volte può essere presente un’alterata sensibilità dell’alluce specie in sede dorsale.

Come viene diagnosticato?

La diagnosi solitamente è clinica, il paziente lamenta deformità e dolore all’avampiede. La diagnosi clinica deve essere approfondita con radiografie in ortostasi del piede, che permettono di valutare il grado di valgismo ed eventuali deformità associate. La risonanza magnetica può essere indicata in caso di sospetta degenerazione dell’articolazione metatarso-falangea, nel caso vi sia una marcata infiammazione dei tessuti molli adiacenti la prominenza mediale. La baropodometria e la gait analisys possono essere utili per studiare le alterazioni biomeccaniche in ortostasi o durante il cammino.

Colpisce più gli uomini o le donne?

Quale fascia d'età in particolare?

È un disturbo che interessa più frequentemente le donne degli uomini. Vi è un incremento dell’incidenza proporzionale all’età. Negli Stati Uniti è riportato il 3% di persone affetto tra il 15 e i 30 anni, il 9% tra i 31 e il 60 anni, e il 16% nelle persone con più di 60 anni.

Quali sono le cause dell'alluce valgo?

Le cause possono essere Biomeccaniche, Traumatiche o metaboliche.


Le cause Biomeccaniche sono le più comuni e sono correlate a piede piatto (con pronazione del retropiede), retrazione del tendine di Achille o dei gastrocnemi, avampiede varo, dorsiflessione del primo raggio, primo metatarso più corto rispetto al secondo, iperlassità legamentosa.


Le più comuni cause metaboliche sono la gotta, l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e patologie del tessuto connettivo quali la Sindrome di Down, la Sindrome di Marfan e la Sindrome di Ehlers-Danlos.

Ci sono fattori di rischio o categorie soggette all'insorgenza della patologia?

I fattori di rischio sono una familiarità della patologia, l’artrite reumatoide e la presenza di una lassità legamentosa. La stessa gravidanza può essere correlata all’insorgenza di questa patologia. L’uso di calzature molto strette in punta o con tacchi molto alti può condizionare la storia clinica dell’alluce valgo, accelerando i cambiamenti biomeccanici che ne determinano l’insorgenza.

Quali conseguenze ha sul fisico della persona colpita?

Quali danni può subire il piede?

Quali la postura?

Questa patologia porta ad uno squilibrio del piede, il primo raggio diviene insufficiente, ovvero biomeccanicamente non più efficiente. Il carico durante la fase di spinta si sposta alla testa del 2° e 3° metatarso che possono infiammarsi, risultando in una metatarsalgia da trasferimento. Più raro il coinvolgimento delle articolazioni sovrasegmentarie, che di solito sono da imputare ad una pronazione del retropiede coesistente.

Nei casi in cui non ci siano predisposizione genetica o malformazione congenita, come si può prevenire l'insorgenza di questa patologia? Lo si può fare già dall'infanzia?

L’insorgenza di questa patologia può essere ritardata nel caso l’eziologia sia di tipo biomeccanico, con l’uso di plantari e di calzature su misura, ad esempio nel piede piatto con l’uso di un plantare che sostenendo l’arco plantare ci consenta di diminuire le forze che spingono il metatarso verso l’esterno. Nel caso vi sia una deformità del retropiede, è possibile eseguire interventi correttivi volti a migliorare la biomeccanica del piede anche prima dello sviluppo.

Quali trattamenti possono essere eseguiti per la riduzione o l'eliminazione del problema?

L’alluce valgo è una deformità complessa e a secondo del grado di deformità e delle condizioni generali del paziente, è possibile optare per un approccio terapeutico incruento o per l’intervento.


Per alleviare il problema o in caso non sia possibile eseguire un intervento chirurgico per le condizioni generali del paziente, è possibile adattare o modificare le calzature, utilizzare plantari o ortesi in silicone per migliorare la biomeccanica. La terapia fisica può essere utile per diminuire la tensione muscolo tendinea ed alleviare i sintomi.


Nel caso in cui la terapia conservativa non sia in grado di diminuire i sintomi del paziente è indicato l’intervento chirurgico, allo scopo di ripristinare la funzione, correggere la deformità e di alleviare i sintomi.


Le opzioni chirurgiche sono molteplici e vanno scelte in base alla eziopatogenesi della deformità. Le più frequenti procedure sono:


- Resezione della prominenza ossea


- Capsuloplastica


- Ribilanciamento tendineo


- Artroplastica di resezione


- Fusione della Prima Metatarso-falangea


- Fusione della Cuneo-metatarsale


- Artroprotesi


L’intervento più utilizzato è l’osteotomia del Primo metatarsale che può essere: 


a) Distale: in caso di alluce valgo lieve o moderato effettuato al colletto del metatarso.


b) Prossimale: in caso di alluce valgo severo, effettuato alla base del metatarso.


c) Diafisaria: effettuata con un’osteotomia che interessa tutta la diafisi del metatarso.


Le fusioni articolari e le protesi articolari sono indicate in caso vi sia una marcata degenerazione cartilaginea della testa del primo metatarso o della base della falange prossimale dell’alluce.


Ci sono controindicazioni per l'intervento chirurgico?

L’intervento è controindicato in pazienti con alterazioni vascolari, che possono influire sulla guarigione della ferita chirurgica, portando a gangrena e in alcuni casi a perdita del dito. Neuropatie, gotta, spasticità devono essere attentamente valutate prima di dare l’indicazione chirurgica.

Quanto è importante e come va fatta la fisioterapia dopo l'operazione?

La fisioterapia è consigliata dopo 30 giorni dall’intervento ed è volta alla ripresa della mobilità delle articolazioni del primo raggio. La riabilitazione è molto importante per evitare l’insorgenza di una rigidità articolare, e per la ripresa funzionale del piede.

Correzione Alluce valgo e dita esterne a 2 mesi dall'intervento

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